La lombalgia è un disturbo davvero molto diffuso, soprattutto nella fascia d’età che va dai 40 ai 50 anni. Si presenta o con un dolore localizzato nel tratto lombare della colonna vertebrale (vertebre L1-L5) o che si irradia lungo gli arti inferiori.
La lombalgia può insorgere acutamente od in modo progressivo, sia spontaneamente che in seguito a sforzi improvvisi od intensi o prolungati, oppure dopo aver mantenuto una posizione scorretta per lungo tempo. E’ caratterizzata da dolore che si accentua in posizione eretta o seduta o sotto sforzo; il movimento diventa difficoltoso e può accentuare il disturbo.
Altre volte si accentua in posizione seduta od eretta e si attenua camminando o cambiando spesso postura.
Il dolore è percepito come bruciore (urente) o morsicatura (gravativo-trafittivo) e si può associare ad alterazioni della sensibilità, percepite come “sensazione di corrente elettrica”, formicolii, riduzione o scomparsa della percezione del tatto o della differenza caldo-freddo, a riduzioni della forza o del movimento di uno o più distretti di uno od entrambe gli arti inferiori.
La lombalgia non è una patologia, ma un sintomo che può indicare l’insorgenza di varie patologie, sia vertebrali che extravertebrali. Esistono ben oltre 200 possibili cause scatenanti e, nonostante ciò, in tanti casi non si riesce a stabilire quale problema vi sia alla radice del dolore (si parla quindi di lombalgie idiopatiche).
Molte volte il disturbo è dovuto al sovrappeso, a una postura viziata protratta nel tempo o a un sollevamento di pesi condotto in modo errato (per esempio flettendo in avanti il tronco e lasciando le gambe in posizione estesa), a un dislivello del bacino, che sono tutti fattori di forte stress per la colonna vertebrale, soprattutto nel tratto lombare.
Esistono poi cause specifiche, spesso riconducibili a problematiche dei dischi intervertebrali, che hanno il compito di distribuire e regolare il carico in modo omogeneo su tutta la colonna. I dischi possono andare incontro ad uno stress che interessa la loro area più periferica, l’anello fibroso, e questo processo dà vita a una contrattura muscolare. Il cosiddetto colpo della strega si origina proprio da una contrattura muscolare che costringe al blocco: il nostro corpo assume una posizione antalgica, ossia di difesa dal dolore, causato dalla lombalgia.
Clinicamente, la lombalgia è classificata in base alla sede del dolore e alla durata del disturbo. Si parla quindi di:
- Lombalgia, il tipico mal di schiena lombare;
- Lombalgia con irradiazione del dolore all’arto inferiore;
- Lombocruralgia, quando è interessato il nervo crurale (dolore all’inguine e alla parte anteriore-interna della coscia, fino al ginocchio);
- Lombosciatalgia, quando è coinvolto il nervo sciatico e quindi la parte posteriore della coscia e della gamba, fino al piede.
In riferimento alla durata del disturbo, l’esame clinico condotto dal medico curante definirà se si tratta di una lombalgia:
- Acuta: con decorso minore di 3 settimane;
- Subacuta: da 3 settimane a 3 mesi;
- Cronica: se il dolore persiste da più di 3 mesi;
- Ricorrente: se si vive una condizione di benessere intervallata da episodi acuti o subacuti.
Il 90% delle lombalgie e il 50% delle lombosciatalgie regrediscono spontaneamente nell’arco di un mese osservando un riposo forzato lontano da sforzi e carichi eccessivi.
A ogni modo, è sempre bene consultare il proprio medico, che, anche in base alla storia familiare, saprà indirizzare verso il giusto percorso terapeutico, medico e/o riabilitativo. Solo in rari casi si arriva alla chirurgia.
Il medico può prescrivere antinfiammatori, riposo, massoterapia, calore e l’uso di un lombostato (bustino lomabare) che aiuti a togliere il carico dal tratto lombare.
La riabilitazione, per ridurre la contrattura muscolare e l’eventuale presenza di compressione neurologica (che si accerta attraverso specifici esami come RX e risonanza magnetica), è fondamentale nelle lombalgie croniche, affinché si possa tornare pian piano a prendere confidenza con la propria schiena.
La prevenzione della lombalgia inizia prima di tutto dal luogo di lavoro, dove bisogna sforzarsi di mantenere una postura corretta. Importante è anche la ginnastica che ci aiuta nella cosiddetta igiene della colonna vertebrale: utili sono gli esercizi per tonificare i muscoli addominali, in modo che possano essere da ausilio alla colonna vertebrale.
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